Tra le strette vie rinascimentali di Firenze (già vie medievali), con i nomi che ricordano i canti danteschi, mi sono aggirato in questi giorni, scrutando le cupole e le torri marroni. Un via vai di turisti e studenti, sui minuscoli marciapiedi, e se ti trovi controcorrente, vieni spazzato via.

Oggi ho raggiunto il polo scientifico, combattendo prodemente contro l’ATAF (l’azienda dei trasporti di Firenze, che domani sciopera dalle 9.30 alle 11.30 [del mattino.. scioperone!!]), che tentò di scaricarmi da tutt’altra parte. Forse avrei potuto capirlo prima, quando notai che l’autista stava guidando leggendo dei fogli secondo la logica sequenza: leggi – sbanda – sterza. Una ragazza (peccato non si chiamasse Beatrice) è venuta in mio soccorso, indicandomi pulmann e coincidenza, e completando il viaggio con me. Quasi come se mi stesse preparando ad un girone dantesco, inizia a dirmi “hai visto che schifo il Polo?”, “Che brutto posto”, “coi pullman è uno schifo..” e così via. Ha concluso, con disgusto, “quando vedrai le pecore pascolare nel prato davanti al dipartimento di Fisica – e lo fanno, questo me lo hanno detto in molti – ripensa a me”

La lotta per il diritto ad internet è stata dura. Ovviamente nell’appartamento dove sto non è presente alcuna connessione. Ho provato a forzare qualche password, ma il giochetto non mi è riuscito. In università, ho bisogno di mille autorizzazioni d’accesso, e devo aspettare di sbrigare un po’ di burocrazia. Ma la soluzione è venuta da Irene, amica e padrona di casa, che ha notato una notevole presenza di giovani dotati di laptop, in una piazzetta non troppo distante. Così stasera siamo andati in ricognizione, portatile alla mano. Quel punto, indicato da una gelida panchina in coccio circolare, si è rivelato essere il punto di congiunzione di numerose reti wireless, di cui alcune non protette. Al che sono riuscito ad collegarmi ad una, e, inseguendo il segnale stando in piedi nella piazza, sono riuscito a fare uno scambio di mail. Ma ormai l’esperimento è riuscito.